Tuesday, April 2, 2013

Nocta pars


Addentratomi - un vortice vuoto
si forma tra le nuvole sulla mia testa,
liberando la luna e stratificando il cielo -
oltre la rete, percorro circuiti atletici,
linee bianche che guidano i passi in loop;
girando in tondo il non-luogo cantiere/parco,
formo il sogno aggregativo.

M'innoltro nella luce smorzata dal tartan,
ombre di rami e tralicci ossei
sezionano gli strati di poliuretano;
e sono nel buio, all'occhio elettronico
celato, che sorveglia gli stati attuali.
Esco fuori dal Controllo,
mentre aspetto il Divertimento.

Nascosto dalla sua cronaca,
soppeso l'immobilità del territorio
e l'improbabile quiete metropolitana;
lascio dipanare pensieri discorsivi
e distanze d'oltremare, quali immagini
ricorrenti di desideri insulari.
Fermo il passo, trattiene il respiro il resto.

Ecco! La depressione s'inverte,
ed è ora l'orrizzonte circolare a liberarsi
mentre un tappo grigio richiude il vuoto.
La città puntiniforme si tiene al limitare:
i palazzi si chinano verso la radura,
enormi, al disopra degli alberi, la cingono,
e fungono da estremo confine.

Oltre quello v'è il Divertimento,
l'ultimo monitoraggio autoimposto,
il rimedio al pensiero - mentre, dove
mi ritraggo ora, pur se per poco,
le nuvole si sorpassano plumbee,
la lucidità flette solo gli edifici,
ed ho ancora considerazione di te.