Come possa lascire il vuoto,
così ripetutamente, perseverante,
illogicalmente uguale a sempre?
Quel "sempre" che può essere tutto
ma sopratutto niente,
- eppure sempre ti svuota
per trovare posto al niente.
Attraversi il risveglio, tempestivo,
verso una vana veglia,
che toglie il tichettio rumorante
alla pioggia che cade,
rendendola futile:
semplicemente bagnata,
oramai più vicina al niente
Ed è la fugace visione
di un taglio diverso nella luce
ad inscenare la farsa
prima di ricapitolare alla realtà.
Un miragio tra i fumi condensati
che porta via visioni
del sonno paradosso.
Il cambio di direzione,
la coerenza impersonale
che fugace cerca una sua forma
al difuori di te, quand'ecco
che invece si sgretola,
impossibile da palesare all'esterno,
impossibile da giustifcare,
e ti capisco.
Lei prende e porta via
che sia il peso delle tue colpe
che sia la pace della mente
e lascia il vuoto
e dona il niente
E se il niente fosse già mio
cosa in più ella mi dona?
Tuesday, October 22, 2013
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