Potrei, della luce che ti faceva gioco,
Fare lucenti collane che abbaglino:
Piccole gioie che, anche se per poco,
Al collo d’una bambina giovino.
Ma dell’ombra che l’altra avvolgeva,
Potrei tessere un fular che gli animi inabissi:
Placido vanto che, forte, ogni dubbio leva
All’occhio che, sognante, la fissi.
E voi, assieme, come cielo e mare,
L’una nell’altra vi specchiate,
Ed io stupito rimango a guardare,
Voi, che sulla linea dell’orizzonte,
Confondendovi assieme, vi compenetrate
Divenendo un desiderio dalla natura bifronte.
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