Sembra assolversi
al calar della sera, quando,
tutto fermandosi in stasi,
par inspirare.
Sole, frondanti onde
e volatili tracce,
ne scongiurano la figurata
immobilita' paesaggistica.
Questa calma inganna:
essa freme eccitata,
divarica le faglie insinuatesi
tra cemento e tessuti
e carne e mattoni.
Come il pianto
di un neonato, un trapano,
in lontananza stride
l'imminente sistematico
collasso
Ma, per come ora appare,
con l'ombra che pacata
le si arrampica,
a panorama statico, la quiete
non assapora che di niente.
Thursday, June 13, 2019
Saturday, September 10, 2016
Sicché, poi, la stazione ritrovai
è la stazione a dominare l'immaginario,
che si cela e si svela
tra coni d'ombra e lame di luce,
ponendosi remota
nella profondità prospettica
che si flette tra me e te.
nel buio sull'erba
esita la figura,
come uno stelo,
al passo del vento,
ergetosi per il chiarore,
che si affaccia,
ancora non visto,
a levante.
tra le proiezioni degli arbusti,
lo spazio interposto,
un volume racchiuso
tra le nostre forme,
incerte nelle delimitazioni,
si pone incomprimibile.
nel buio sul muro
a secco, poggia,
immobile, la seconda,
che si contrappone,
statica,
al lieve innalzamento
appena graduato
di un stanco violetto.
e nel suo tramite,
discorriamo le candide ipocrisie,
sincere ingenuità,
articolate contagiose dalle labbra, schiuse,
nel momento in cui, piatto il tempo,
tutto par eterno.
nel rischiaro,
entrambe oscillano,
alla discesa dell'umidità,
e s'accostano,
vicine le spalle,
inchinate,
a cogliere la prima
promessa di luce.
in questo vuoto colmato,
con la paura ed il rimorso
dell'ombra che si spande inesorabile
alle spalle,
s'accresce, uguale,
il prospetto di responsabilità.
nel rischiaro,
quasi non visto,
il nembo di albore,
allunga i chiaroscuri,
contrasta i contorni,
congiunge infine
le linee sagomali
delle due, ora, immote.
ma alla stazione, circolarmente, si torna.
cambiano le semantiche
e le sembianze,
e i tempi persi,
ma la prospettiva rimane immutata.
dove al dunque si conteggiano
i guadagni e le perdite,
innazi all'unico punto di riferimento,
tracciato di luci:
"mi sono indaffarato a perdere,
ed ogni volta più affamato
e testardo,
ho perseverato."
cosi', discendo il declino,
lo spazio si espande,
che si cela e si svela
tra coni d'ombra e lame di luce,
ponendosi remota
nella profondità prospettica
che si flette tra me e te.
nel buio sull'erba
esita la figura,
come uno stelo,
al passo del vento,
ergetosi per il chiarore,
che si affaccia,
ancora non visto,
a levante.
tra le proiezioni degli arbusti,
lo spazio interposto,
un volume racchiuso
tra le nostre forme,
incerte nelle delimitazioni,
si pone incomprimibile.
nel buio sul muro
a secco, poggia,
immobile, la seconda,
che si contrappone,
statica,
al lieve innalzamento
appena graduato
di un stanco violetto.
e nel suo tramite,
discorriamo le candide ipocrisie,
sincere ingenuità,
articolate contagiose dalle labbra, schiuse,
nel momento in cui, piatto il tempo,
tutto par eterno.
nel rischiaro,
entrambe oscillano,
alla discesa dell'umidità,
e s'accostano,
vicine le spalle,
inchinate,
a cogliere la prima
promessa di luce.
in questo vuoto colmato,
con la paura ed il rimorso
dell'ombra che si spande inesorabile
alle spalle,
s'accresce, uguale,
il prospetto di responsabilità.
nel rischiaro,
quasi non visto,
il nembo di albore,
allunga i chiaroscuri,
contrasta i contorni,
congiunge infine
le linee sagomali
delle due, ora, immote.
ma alla stazione, circolarmente, si torna.
cambiano le semantiche
e le sembianze,
e i tempi persi,
ma la prospettiva rimane immutata.
dove al dunque si conteggiano
i guadagni e le perdite,
innazi all'unico punto di riferimento,
tracciato di luci:
"mi sono indaffarato a perdere,
ed ogni volta più affamato
e testardo,
ho perseverato."
cosi', discendo il declino,
lo spazio si espande,
rarefandosi tra di noi,
mi inoltro nei vapori della stazione,
vuota e sileziona;
emerge la cupola, lì,
nel vuoto, tra il fiume e i monti:
che tutto si abbraccia
da quel buio.
29.7.14 / 9.10.16
mi inoltro nei vapori della stazione,
vuota e sileziona;
emerge la cupola, lì,
nel vuoto, tra il fiume e i monti:
che tutto si abbraccia
da quel buio.
29.7.14 / 9.10.16
Wednesday, September 7, 2016
Alta stagione
Le carni tirate al sole,
Sferzate dalle brezze,
(Di questo mare impietoso)
Si cedono agli occhi giovani,
Piene e rigonfie;
Simulacri delle primavere
Che sbocciano or ora,
Nel rossore e nell'abbondanza,
Delle gote e delle cosce.
Esse si ergono, stagliate,
Quasi perpendicolari
alla curvatura dell'orizzonte;
Colonne sinuose, flesse, che
Tra le spume si levano,
E dalle creste delle onde,
Cingendone i fianchi fecondi,
E ricacciando i corpi
Nelle bianche schiume,
Si separano dai fiotti bagnati.
E come questi ricadono,
In balia degli sciacqui
E dei vortici, così le anche,
Ed i glutei, febbricitanti
Tracciano archi,
Cancellati al seguito
Dell'andirivieni regolare
Delle acque scomposte.
E risalendoli, i rivoli dileguati,
E guadando le correnti;
L'inabbissamento di un tuffo,
Vede accostarsi nel tonfo,
La caducita' del momento.
L'acqua segna lo scoglio,
Ed i passi, il fondale, che
sbiaditi in uno sbuffo,
ricordano l'apice della stagione.
Sferzate dalle brezze,
(Di questo mare impietoso)
Si cedono agli occhi giovani,
Piene e rigonfie;
Simulacri delle primavere
Che sbocciano or ora,
Nel rossore e nell'abbondanza,
Delle gote e delle cosce.
Esse si ergono, stagliate,
Quasi perpendicolari
alla curvatura dell'orizzonte;
Colonne sinuose, flesse, che
Tra le spume si levano,
E dalle creste delle onde,
Cingendone i fianchi fecondi,
E ricacciando i corpi
Nelle bianche schiume,
Si separano dai fiotti bagnati.
E come questi ricadono,
In balia degli sciacqui
E dei vortici, così le anche,
Ed i glutei, febbricitanti
Tracciano archi,
Cancellati al seguito
Dell'andirivieni regolare
Delle acque scomposte.
E risalendoli, i rivoli dileguati,
E guadando le correnti;
L'inabbissamento di un tuffo,
Vede accostarsi nel tonfo,
La caducita' del momento.
L'acqua segna lo scoglio,
Ed i passi, il fondale, che
sbiaditi in uno sbuffo,
ricordano l'apice della stagione.
Thursday, November 27, 2014
Surrogates
Looking for surrogates
while diluting your infusions
in my bare entrails.
Fading first / replacing then
your taste with chemical substitutes
though nothing seems to fit enough
but the shed dust.
while diluting your infusions
in my bare entrails.
Fading first / replacing then
your taste with chemical substitutes
though nothing seems to fit enough
but the shed dust.
Saturday, August 16, 2014
Der Wanderer
Riscopro dunque
la mia vena romantica,
in piena desolazione,
come vuole la tradizione,
a fuggire la disaminia razionale.
C'è poco da coprire, dopotutto.
Decliniamo la prosa
verso altri scopi;
oggi si torna a casa:
c'è il richiamo dei vecchi,
e dei dimenticati, affabili amici.
Polverose istituzioni,
sfuggo da voi,
che mi masticate,
rinnegando antichi amori,
ed evitando nuove insinuazioni.
Rifiutato il progetto
di solistica visione,
si inverto i propositi e le cause.
- Posa i tuoi migli di percoso -
Alle volte mi vedo come sarei,
altre come sono.
Non scordare facilmente
è una promessa da furbi.
Ma ti salva la vita il più delle volte;
quando si palesa la proposta
d'un capitolo che si chiude.
la mia vena romantica,
in piena desolazione,
come vuole la tradizione,
a fuggire la disaminia razionale.
C'è poco da coprire, dopotutto.
Decliniamo la prosa
verso altri scopi;
oggi si torna a casa:
c'è il richiamo dei vecchi,
e dei dimenticati, affabili amici.
Polverose istituzioni,
sfuggo da voi,
che mi masticate,
rinnegando antichi amori,
ed evitando nuove insinuazioni.
Rifiutato il progetto
di solistica visione,
si inverto i propositi e le cause.
- Posa i tuoi migli di percoso -
Alle volte mi vedo come sarei,
altre come sono.
Non scordare facilmente
è una promessa da furbi.
Ma ti salva la vita il più delle volte;
quando si palesa la proposta
d'un capitolo che si chiude.
Monday, August 4, 2014
dēlĕo
Sono due che s'incontrano,
nonostante velocità ambivalenti
e percorsi differenti,
a creare la bolla d'ossigeno,
che risale le vene,
pressurizzata, verso il cervello.
Così pronta ad esplodere
la sua embolia,
quanto indefinitivamente
guidata dalla fortuna,
ti porterà via. Quando sarà.
nonostante velocità ambivalenti
e percorsi differenti,
a creare la bolla d'ossigeno,
che risale le vene,
pressurizzata, verso il cervello.
Così pronta ad esplodere
la sua embolia,
quanto indefinitivamente
guidata dalla fortuna,
ti porterà via. Quando sarà.
Sunday, June 8, 2014
Graindays
Already then, as we were,
you could already feel
the grain settle on the film,
standing as a time bulwark,
ageing the present
and fading the prospects.
No wonder the days
started already imprinted
passing straight to myth:
an echoing everlasting now,
fleeting in the consciousness
of its self awareness.
A tape recorded to be lost.
you could already feel
the grain settle on the film,
standing as a time bulwark,
ageing the present
and fading the prospects.
No wonder the days
started already imprinted
passing straight to myth:
an echoing everlasting now,
fleeting in the consciousness
of its self awareness.
A tape recorded to be lost.
Wednesday, June 4, 2014
Tuesday, May 27, 2014
/ conclusions
Backtracking us over
the running track.
Not to mention - it's a loop.
Then, where are we
going back to?
the running track.
Not to mention - it's a loop.
Then, where are we
going back to?
Thursday, April 24, 2014
Platitudes
Throughout the strings
that set up the ceiling
of this very moment,
I can picture a noisy
stream of unfulfilled
desires and shades,
that crawls silently,
like a heist of chances,
towards my reach.
Forward the field
of unattended matters,
which regrets over,
I can, for once,
dream of the brick
that i could pose;
concreting home.
Sizing the turbulence
of future spreads,
a momentary clarity,
reveals the foolish vision
that treads benefits
of the blissful ignorance.
More over is just
an unmeaningful planning
for a route that is ending
somewhere from its start.
that set up the ceiling
of this very moment,
I can picture a noisy
stream of unfulfilled
desires and shades,
that crawls silently,
like a heist of chances,
towards my reach.
Forward the field
of unattended matters,
which regrets over,
I can, for once,
dream of the brick
that i could pose;
concreting home.
Sizing the turbulence
of future spreads,
a momentary clarity,
reveals the foolish vision
that treads benefits
of the blissful ignorance.
More over is just
an unmeaningful planning
for a route that is ending
somewhere from its start.
Monday, April 21, 2014
Polite
Save up for better moments.
Trust no particular future,
but an overwhelming presence
whose fascinating charm
went through you.
Even though, be polite.
Care of the loss and
pretend nothing more.
Seeking,
amused by the development
- changing patterns -
but not here, not you.
Trust no particular future,
but an overwhelming presence
whose fascinating charm
went through you.
Even though, be polite.
Care of the loss and
pretend nothing more.
Seeking,
amused by the development
- changing patterns -
but not here, not you.
Monday, March 24, 2014
La trovata persa
Il tempo e le possibilità
come permutazioni verosimili
di un percorso infuturibile,
delineatosi in una somma di
contributi, palese alla sola distanza.
Fuori dal proprio intervallo,
la caduta degli intenti,
è il nodo ricorrente,
che riconduce a cercare
previsioni attendibili.
Incrociare nuove variabili
e indovinare male.
come permutazioni verosimili
di un percorso infuturibile,
delineatosi in una somma di
contributi, palese alla sola distanza.
Fuori dal proprio intervallo,
la caduta degli intenti,
è il nodo ricorrente,
che riconduce a cercare
previsioni attendibili.
Incrociare nuove variabili
e indovinare male.
Sunday, March 23, 2014
Punting Improvements (For the lucky ones)
Be good.
Thoughts of calm
and faint fulfillment,
operate through thou,
to find me reverse over.
Sluggish water flows
beside us, still,
as inside perturbations.
Intricate geometries,
run over the liquid surface;
mirroring the streams,
quietly breaking up
the smooth continuity of
our stagnant reflection.
It's simply a transient
multifaceted immobility:
a mean to be good.
~
Saturday, February 8, 2014
King of Loss
Mother - the first brings the end
but I've crawled mine wasn't
no matter the scent of dept.
Suspended while gathering
all their profiles together.
And from all one rises:
I hold up my head.
Quite a bargain for my bare grants.
but I've crawled mine wasn't
no matter the scent of dept.
Suspended while gathering
all their profiles together.
And from all one rises:
I hold up my head.
Quite a bargain for my bare grants.
Thursday, January 30, 2014
Recall of fields escapes
She dances in the mist
breaking this city in halves,
while the tune finishes
with a foot-trawl guitar stroke.
Tightly self aware
of her own gravity,
she reaches the empty spaces
away from walls.
Industrial recalls upon steam
blur headlights spots
on the thin leading path:
goals to reach along the trail.
Guiding two souls,
no whispering reaches her
in the occasional wind flows;
not a wing of desire.
But still, strongest
that the generators voices,
her unspoke crosses
the thick tissue of the city
linking together places,
connecting experiences:
in-between, correlations merge,
as an afterwards whole.
breaking this city in halves,
while the tune finishes
with a foot-trawl guitar stroke.
Tightly self aware
of her own gravity,
she reaches the empty spaces
away from walls.
Industrial recalls upon steam
blur headlights spots
on the thin leading path:
goals to reach along the trail.
Guiding two souls,
no whispering reaches her
in the occasional wind flows;
not a wing of desire.
But still, strongest
that the generators voices,
her unspoke crosses
the thick tissue of the city
linking together places,
connecting experiences:
in-between, correlations merge,
as an afterwards whole.
Tuesday, December 24, 2013
Interiectus / Corona
Un suo assestamento
che traina tutto al passato;
illogicamente, quasi
mai fosse stato, nel mentre.
Medesime paure e demenze;
stesse convinzioni che trascinano
il giorno e avanzano l'inettitudine
reiterano il proprio ufficio.
Avrei dovuto giocare prima al massacro:
ora è tardi e scivoli via.
Ma è stato un provare umano:
utilizzare le sensibilità di cui mi hanno disposto.
Niente di risolto, vago ancora diviso
tra la romantica caduta degli dei,
impressi nei loro cieli e il nostro camminare
presso canali di petrolio e carbone.
Canti delle stringhe ambivalenti,
per trovare quello che, credi,
qualcun'altro ricordi vividamente.
E le promesse si scaldano.
Nella distorsione delle speranze
le ossessioni di ieri sono lì,
nuovamente a torcersi, a torcerti
insensibili ai lamenti già uditi.
Un giorno da buono,
quando gli altri vagano di fuori
a spendere il proprio affetto,
Un giorno diversamente normale.
Tanto, non per affetto ne per pratica,
affossanti sensibilità altalenanti
tendono al di fuori di ogni portata
cioè che cerchi di afferrare.
Continua a non approfondire,
rimani sull'orlo.
Sono l'intervallo.
Questo è l'intervallo
e suona come una litania latina:
non come nessun'altra,
come tutti non sono;
certamente diversa
e uguale a tutto, del resto.
Non potrei che cadere per ognuna
e forse ancora più della solitudine
è l'unica certezza, dove casa sono io:
conoscere meglio, o solo tentare.
che traina tutto al passato;
illogicamente, quasi
mai fosse stato, nel mentre.
Medesime paure e demenze;
stesse convinzioni che trascinano
il giorno e avanzano l'inettitudine
reiterano il proprio ufficio.
Avrei dovuto giocare prima al massacro:
ora è tardi e scivoli via.
Ma è stato un provare umano:
utilizzare le sensibilità di cui mi hanno disposto.
Niente di risolto, vago ancora diviso
tra la romantica caduta degli dei,
impressi nei loro cieli e il nostro camminare
presso canali di petrolio e carbone.
Canti delle stringhe ambivalenti,
per trovare quello che, credi,
qualcun'altro ricordi vividamente.
E le promesse si scaldano.
Nella distorsione delle speranze
le ossessioni di ieri sono lì,
nuovamente a torcersi, a torcerti
insensibili ai lamenti già uditi.
Un giorno da buono,
quando gli altri vagano di fuori
a spendere il proprio affetto,
Un giorno diversamente normale.
Tanto, non per affetto ne per pratica,
affossanti sensibilità altalenanti
tendono al di fuori di ogni portata
cioè che cerchi di afferrare.
Continua a non approfondire,
rimani sull'orlo.
Sono l'intervallo.
Questo è l'intervallo
e suona come una litania latina:
non come nessun'altra,
come tutti non sono;
certamente diversa
e uguale a tutto, del resto.
Non potrei che cadere per ognuna
e forse ancora più della solitudine
è l'unica certezza, dove casa sono io:
conoscere meglio, o solo tentare.
Monday, December 23, 2013
Saturday, November 30, 2013
Wednesday, October 30, 2013
Il problema della vista periferica
Il problema della vista periferica:
- Mi hai registrato?Poi più nulla.
Da dietro il vetro,
ci sono ancora, scorrendo all’indietro?
Par non esserci mai stato.
Ma, viaggiando verso il sole,
serberai il ricordo del riflesso
stagliatosi dal fiume umano
che ti scorre accanto?
Esisterò in quell’intervallo
in cui la giornata ti scivola addosso?
- Forse giusto lampade al neon,
Niente per cui smantellare piani,
o farne di nuovi.
Nemmeno per sapersi a vicenda
in quel luogo transiente,
che scambia minuti per chilometri
e porta tutto alla deriva,
fino a che niente importa.
- Forse un indefinito tremore,Miserabili momenti andati.
il riaffiorare d’un impalpabile remoto,
parte del corredo di ricordi dimenticati
d’improvviso ritrovati sul nastro.
Tuesday, October 22, 2013
Evigilo
Come possa lascire il vuoto,
così ripetutamente, perseverante,
illogicalmente uguale a sempre?
Quel "sempre" che può essere tutto
ma sopratutto niente,
- eppure sempre ti svuota
per trovare posto al niente.
Attraversi il risveglio, tempestivo,
verso una vana veglia,
che toglie il tichettio rumorante
alla pioggia che cade,
rendendola futile:
semplicemente bagnata,
oramai più vicina al niente
Ed è la fugace visione
di un taglio diverso nella luce
ad inscenare la farsa
prima di ricapitolare alla realtà.
Un miragio tra i fumi condensati
che porta via visioni
del sonno paradosso.
Il cambio di direzione,
la coerenza impersonale
che fugace cerca una sua forma
al difuori di te, quand'ecco
che invece si sgretola,
impossibile da palesare all'esterno,
impossibile da giustifcare,
e ti capisco.
Lei prende e porta via
che sia il peso delle tue colpe
che sia la pace della mente
e lascia il vuoto
e dona il niente
E se il niente fosse già mio
cosa in più ella mi dona?
così ripetutamente, perseverante,
illogicalmente uguale a sempre?
Quel "sempre" che può essere tutto
ma sopratutto niente,
- eppure sempre ti svuota
per trovare posto al niente.
Attraversi il risveglio, tempestivo,
verso una vana veglia,
che toglie il tichettio rumorante
alla pioggia che cade,
rendendola futile:
semplicemente bagnata,
oramai più vicina al niente
Ed è la fugace visione
di un taglio diverso nella luce
ad inscenare la farsa
prima di ricapitolare alla realtà.
Un miragio tra i fumi condensati
che porta via visioni
del sonno paradosso.
Il cambio di direzione,
la coerenza impersonale
che fugace cerca una sua forma
al difuori di te, quand'ecco
che invece si sgretola,
impossibile da palesare all'esterno,
impossibile da giustifcare,
e ti capisco.
Lei prende e porta via
che sia il peso delle tue colpe
che sia la pace della mente
e lascia il vuoto
e dona il niente
E se il niente fosse già mio
cosa in più ella mi dona?
Subscribe to:
Posts (Atom)